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“Non più del 10% di quanto insegnato in un corso di formazione viene applicato dalle persone sul lavoro”. Le ricerche di Broad e Newstrom (2009) dimostrano che i processi formativi necessitano di un cambiamento, affinché le persone trasformino la teoria appresa in pratica lavorativa.

Uno degli approcci più efficaci in tal senso è l’Agile. Inizialmente pensata per migliorare la reattività dei team di sviluppo di un software, la metodologia Agile più recentemente è diventata un modello operativo per aziende di diverse dimensioni, appartenenti a differenti settori, con la promessa di un aumento sostanziale della produttività e dell’efficienza dei team.

È solo nel 2001 che un gruppo di 17 sviluppatori di software e professionisti Agile si sono riuniti per definire il Manifesto for Agile Software Development, che chiarisce i quattro principi fondamentali dell'Agile Mindset:

  • Gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti
  • Il software funzionante più che la documentazione esaustiva
  • La collaborazione col cliente più che la negoziazione dei contratti
  • Rispondere al cambiamento più che seguire un piano

 

Da quel momento, i contesti lavorativi hanno visto una rapida adozione di metodi come Kanban o Scrum, che traducono questi principi in metodologie pratiche, elaborate per migliorare l'efficienza dei progetti in azienda.

L’IMPATTO DELLA METODOLOGIA SULLA FORMAZIONE

L’Agile è quindi un insieme di metodologie che, anche in campo formativo, generano cambiamenti duraturi ed efficaci; nate nell’ambito dell’Information Technology, si sono poi estese ad altri settori. Tra questi, una delle aree coinvolte è stata la formazione: un nuovo approccio metodologico all’insegnamento e l'introduzione di nuovi corsi in modalità Agile sono il risultato di numerosi studi condotti in Italia e in Europa in campo formativo.

Si tratta di un modello che si fonda sui “principi snelli” del Lean Thinking: si passa da una logica «predizione-controllo» del discente ad una «autonomia condivisa», da un’«area normativa prescrittiva» ad un’«area adattativa sperimentativa», fino a trasformare la gestione di processi complicati in una gestione di sistemi complessi.

Gli elementi distintivi e che si sono dimostrati vincenti, anche in tempi così difficili e incerti, sono la capacità di rispondere in modo rapido anche ad aspetti non pianificati, permettendo di riadattare continuamente le azioni da intraprendere, di cogliere le opportunità che emergono nell’ambiente in cui si opera, un ambiente che spesso risulta essere turbolento.

Anche in ambito lavorativo, i modelli classici di apprendimento sono stati incentrati sulle conoscenze: lezioni frontali, studio personale e verifiche periodiche individuali; questi non hanno aiutato a sviluppare abilità e competenze necessarie al cambiamento e all’efficacia degli stessi processi formativi (capacità di lavorare in gruppo, capacità di valutare gli altri, capacità di applicare quanto appreso nell’organizzazione, ecc.).

Invece, adottare un approccio Agile consente di trasferire i principi Lean nei processi di apprendimento:

  • il lavoro di gruppo
  • la gestione visuale condivisa
  • il processo a flusso unitario
  • l’autonomia e la responsabilità nella risoluzione dei problemi

 

Tutto questo è possibile utilizzando una serie di strumenti; il framework più adottato in tanti settori è denominato Scrum.

Proposto da Jeff Sutherland e Ken Schwaber, nel contesto della produzione del software, oggi è implementato in aree diverse. La sua popolarità risiede nella semplicità della sua applicazione: i progetti sono divisi in Sprint, ovvero cicli time-boxed che tipicamente durano da 2 a 4 settimane e vengono ripetuti più e più volte fino a quando il progetto non è terminato. Il Team è suddiviso in diversi ruoli: Developers, Product Owner, Scrum Master.

Uno studio interessante sul tema (López-Alcarria, Olivares-Vicente e Poza-Vilches, 2019) ha fornito cinque ragioni per le quali la metodologia Agile, e più semplicemente Scrum, potrebbero essere un buon metodo da applicare alla formazione:

  • La maggior parte dei corsi formativi include lavori di gruppo nel loro programma.
  • La maggior parte dei percorsi è orientata alla creazione di un prodotto o di un servizio.
  • Scrum può aiutare a creare ambienti innovativi e creativi. I discenti dovrebbero avere la capacità di acquisire conoscenze, essere critici e riflessivi, sapendo gestire in autonomia le complessità, risolvendo problemi e collaborando in gruppo. Queste sono tutte competenze potenziate da Scrum.
  • I progetti di gruppo presentano due attori: istruttore e discente. Scrum ha la stessa struttura e aggiunge un terzo, lo Scrum Master che è l'anello di congiunzione tra il formatore ed il team.

AGILE TRAINING: VANTAGGI

  1. Più chiarezza nel processo formativo
    L’Agile costituisce un cambio di paradigma nella cultura formativa, portando il discente a chiarire gli obiettivi invece che avanzare richieste.
     
  2. Verifica continua dei progressi
    L’Agile permette la verifica frequente dei progressi invece che collaudare tutto alla fine quando il costo delle correzioni ha un peso maggiore per il discente.
     
  3. Evoluzione del piano formativo
    Evolvere il piano formativo in risposta al cambiamento del contesto d’aula, invece che seguire ciecamente le previsioni iniziali.

 

Nell’ambito del suo Laboratorio creativo, Wonderlab vuole superare l’approccio tradizionale per utilizzare quello Agile nella costruzione di processi di apprendimento organizzativo, ed ottenere la diffusione di una learning culture. Nelle organizzazioni, esso rappresenta un elemento chiave per orientare processi e persone verso agilità e performance, per consentire alle persone una formazione mirata e fruita secondo necessità e per gestire con velocità la “volatilità” delle competenze.

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