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Da circa un anno ormai anche la scuola italiana ha dovuto riadattare il proprio modello organizzativo. In tempi di pandemia gli studenti hanno alternato settimane in presenza ed ormai mesi in didattica a distanza, o più comunemente DAD.

L’infrastruttura di rete italiana ha retto (o almeno dopo la prima fase critica del 2020) all’enorme quantità di traffico dati, non senza problemi di connessione, dovuto alla improvvisa impennata di allievi collegati alle diverse piattaforme di videoconferenza adottate negli istituti scolastici: da Google Meet a Cisco WebEx, passando per Microsoft Teams ed altre.

E allora tutti pronti: alle 8 del mattino il docente apre la stanza virtuale e gli studenti pian piano iniziano a collegarsi. C’è chi non apre subito la webcam (perché forse non ancora pronto) e chi invece scrive in chat che il microfono ha qualche problema e che quindi avrà difficoltà a farsi sentire. Ma il regolamento è chiaro: durante l’appello tutti con le webcam aperte!

Poi, dopo qualche minuto, un alternarsi di volti che appaiono e scompaiono dietro le giustificazioni più varie: dalla connessione lenta alla webcam non rilevata, per poi ritrovarsi l’allievo che condivide la stessa stanza con il fratello, che in quel momento è sotto interrogazione di storia, e quindi non può parlare altrimenti un altro prof., di un’altra scuola, potrebbe ascoltare la nostra lezione e quindi disturbare la sua.

Questo è un po’ ciò che accade quotidianamente duranta la famosa didattica a distanza, che ha permesso, seppur con alcuni limiti, alla comunità scolastica di continuare l’attività di formazione, di non rimanere indietro e soprattutto di non lasciare lacune profonde nella carriera scolastica degli studenti italiani per i quali la Costituzione prevede il diritto all’istruzione.

Ancora una volta la tecnologia corre in soccorso della società: con un computer o un tablet diventa possibile fare lezione comodamente da casa, purché sia presente una connessione adeguata. E per chi non ha un dispositivo (PC o tablet) la scuola ne rilascia uno in comodato d’uso gratuito da restituire al termine del periodo di emergenza. Gli incentivi statali hanno permesso, altresì, di attivare linee telefoniche in casa con un canone mensile adeguato e dare la possibilità a tutti di sentirsi partecipi di questa grande Agorà virtuale in cui è approdata la scuola.

Solo negli istituti superiori circa 3 Milioni e 700 mila studenti ogni giorno si cimentano nella DAD e con essi circa 362 mila docenti sono dall’altro lato dello schermo pronti a svolgere il proprio dovere, offrendo alla platea studentesca una didattica di qualità.

Gli insegnanti hanno dovuto ideare un nuovo modo di fare lezione per non lasciare indietro nessuno: tanti contenuti didattici caricati sulle piattaforme e-learning, esercizi adattati alla DAD, continua motivazione per gli allievi che purtroppo con questa modalità virtuale non riescono a seguire costantemente ogni lezione svolta attraverso una webcam ed un microfono ed una conessione a tratti assente.

L’inclusione, ai tempi del Covid 19, diventa ancora più importante e gli strumenti informatici possono contribuire in maniera sostanziale affinché nessun allievo si senta escluso dalla comunità, soprattutto quella scolastica.

Anche la didattica si è adattata alla tecnologia, e viceversa.

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