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Come visto nell’articolo precedente, le stampanti 3D stanno rivoluzionando tutto il mondo industriale grazie anche all’abbassamento dei costi che ha portato, di conseguenza, una maggiore accessibilità a tutte le tipologie di aziende.

Ma qual è il collegamento tra gli oggetti stampati in tre dimensioni e l’ecosostenibilità?

Il concetto di stampa 3D ecosostenibile sta creando una vera e propria rivoluzione ecologica nel settore della manifattura: basti pensare che è possibile creare tutto quello di cui si ha bisogno quando e dove c’è il reale bisogno. A favore della stampa 3D c’è sicuramente il materiale utilizzato per la stampa dei modelli tridimensionali; ce ne sono innumerevoli e tra questi, uno dei più utilizzati è il PLA. Acronimo di Poli Acido Lattico, si tratta di un materiale biodegradabile usato anche, ad esempio, per la realizzazione delle buste per la spesa nei supermercati. E' creato con l’utilizzo di risorse rinnovabili, come l’amido di mais, e questo lo rende una valida alternativa, poiché meno costoso e meno inquinante, rispetto alla plastica.

Essendo riciclabile, il PLA può essere utilizzato innumerevoli volte: i prodotti creati e stampati con questo materiale possono infatti essere fusi per dare vita ad altro materiale sfruttabile per la stampa di nuovi progetti.

Un altro campo in cui le stampanti 3D e la sostenibilità sono legati è quello dello sviluppo dei materiali eco-compatibili: a differenza dei materiali di base biologica, come il sopracitato PLA, questa specifica categoria di materiali per la stampa 3D si sta diffondendo in maniera molto rapida anche grazie ai gruppi di studio e alle università che cercano di individuare costantemente soluzioni quanto meno dannose per l’ambiente.

La stampa 3D ecosostenibile si colloca in una situazione di consumo critico, in quanto intacca e destabilizza le economie su cui si basa il settore manifatturiero e favorisce il risparmio sulla produzione dei materiali comportando una conseguente riduzione del livello di inquinamento. Per l'appunto, uno studio ha dimostrato che i modelli creati con l’utilizzo di stampanti 3D richiedono circa dal 41% al 74% in meno di energia rispetto alle tradizionali produzioni manifatturiere.

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