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L’essere umano apprende facendo esperienza. Ognuno di noi quotidianamente impara e trae insegnamento proprio attraverso ciò che ha esperito in prima persona.

Il concetto di esperienzialità nella formazione ha radici profonde; basti pensare a come i bambini arrivano a raggiungere un primo bagaglio di conoscenze proprio attraverso la scoperta, la pratica, l’azione. John Dewey nel suo libro Experience and Education, è stato uno dei primi studiosi moderni a concentrarsi davvero su come gli esseri umani fossero in grado di imparare attraverso un approccio “pratico”, abbracciando l’idea del pragmatismo nei contesti educativi e credendo che un impegno costruttivo con la realtà avrebbe ispirato l’apprendimento in modo naturale.

Dewey diceva: Dai agli alunni qualcosa da fare, non qualcosa da imparare; e il fare è di una natura tale da richiedere il pensiero; l’apprendimento naturale dei risultati.

A lui non si può non associare il pensiero di un altro influente studioso che sull’apprendimento esperienziale ha sviluppato un proprio metodo chiarificatore: stiamo parlando del Ciclo dell’apprendimento esperienziale di David Kolb, approccio che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per spiegare il funzionamento dei meccanismi sottostanti questo tipo di apprendimento.

Il ciclo è composto da 4 fasi. Vediamole nel dettaglio.

  • Esperienza concreta – Sperimentare personalmente e discutere l’esperienza vissuta nell’ambito del laboratorio formativo, enfatizzando gli aspetti emozionali e l’intuizione.
  • Osservazione riflessiva – Osservare, riflettere e interpretare le sensazioni e i comportamenti emersi durante l’esperienza, focalizzandosi sulla comprensione e la profondità di analisi.
  • Concettualizzazione astratta – Produrre e schematizzare concetti e abilità estendendoli a situazioni esterne, sia lavorative sia personali, enfatizzando la logica e la generalizzazione.
  • Sperimentazione attiva – Verificare le conoscenze e competenze acquisite in situazioni nuove, focalizzandosi sul cambiamento e sull’evoluzione. Quest’ultima fase diventa a sua volta un’Esperienza Concreta che dà inizio a un nuovo ciclo di apprendimento, da qui la definizione di David Kolb di apprendimento esperienziale come processo a spirale.

Nell’apprendimento esperienziale il processo assume un ruolo fondamentale, quasi più dei contenuti, fornisce infatti il veicolo che consente una progettazione efficace di tutte le fasi componenti il percorso formativo. Charles Jennings, co-fondatore dell’Istituto 70:20:10, riassume così: Pensate all’esperienza, alla pratica e alla condivisione piuttosto che a contenuti, contenuti, contenuti.

L’apprendimento esperienziale è stato impiegato in molti svariati contesti nel corso degli anni, dall’apprendistato al lavoro sul campo, dallo studio all’estero alle simulazioni cliniche e via dicendo. Tutti questi ambiti di applicazione offrono una panoramica dell’ampio raggio di utilizzo che l’apprendimento esperienziale può offrire, mostrandosi come portatore situazioni altamente coinvolgenti e pertinenti per lo studente, insieme ad un empowerment delle competenze. Al discente viene data la responsabilità di “fare, riflettere, analizzare e valutare”. L’enfasi dovrebbe essere sempre posta sull’essere proattivi nella risoluzione dei problemi, incoraggiare il pensiero critico e rispondere alle sfide man mano che si presentano.

Naturalmente va detto che questa forma di apprendimento è tipica della formazione in presenza, poiché attraverso la metafora si inscenano situazioni e contesti in grado di catapultare i partecipanti negli scenari di cui necessitano per apprendere. Alcuni esempi sono il contesto della Cooking class, il Teatro d’impresa, le esperienze outdoor (come trekking, barca a vela, rifting ma sempre in nell’ottica di un percorso formativo guidato da un formatore).

Ma che rilevanza ha questo modo di apprendere estremamente pratico all’interno del mondo digitale?

Nel contesto attuale e in quello futuro, essere Digital Experiential Trainer vuol dire rispondere al bisogno reale delle aziende di attuare metodi formativi in grado di coinvolgere attivamente i discenti, soprattutto in un periodo in cui la distanza fisica è obbligo e necessità.

Quando si parla di portare l’apprendimento esperienziale online subito sembra esserci una sorta di contraddizione intrinseca tra l’apprendimento pratico, “nel mondo reale” e l’apprendimento nello spazio digitale. Il contenuto statico dei primi anni di e-learning sembrava un mondo lontano dall’approccio esperienziale, i critici dubitavano che fosse persino possibile portare l’apprendimento esperienziale in questo nuovo “contesto”. Tuttavia, poiché la tecnologia si è evoluta e la progettazione dei percorsi formativi, così come del materiale, è diventata più creativa, l’apprendimento esperienziale ha iniziato a trovare una sua base d’appoggio anche in ambito digitale. Si tratta di scegliere gli strumenti giusti a seconda del settore di applicazione e degli scopi formativi a distanza prefissati. Per rafforzare l’offerta di apprendimento esperienziale online ci sono alcune semplici domande da porsi:

  • In che modo ciò che stiamo creando è adattato per soddisfare le esigenze di apprendimento del mondo reale?
  • Stiamo rendendo il contenuto e i risultati di apprendimento il più realistici possibile?
  • Stiamo offrendo ripetuti tentativi, supporto continuo e feedback per disegnare in tutte e quattro le fasi del processo di apprendimento di Kolb?

Si dice che le migliori esperienze “coinvolgano totalmente l’individuo”, connettendosi con loro intellettualmente, socialmente, emotivamente e/o fisicamente. Esistono numerosi contesti in cui l’apprendimento esperienziale può essere portato online per supportare obiettivi e strategie di apprendimento, sia individuali che di gruppo: dalle esercitazioni condotte dai servizi di emergenza alle simulazioni sanitarie, dagli scenari di formazione alla vendita aziendale, molti sono i percorsi battuti nei quali i benefici dell’apprendimento attraverso la pratica sono ormai affermati e accettati.

Replicando i principi fondamentali degli esercizi consolidati in uno spazio digitale, c’è la possibilità di scalare l’apprendimento in modo conveniente, raggiungendo più persone, creando un approccio dinamico e divertente. Strumenti come video interattivi e realtà virtuale rappresentano le tecnologie abilitanti questa “versione” dell’apprendimento esperienziale. Gli studenti possono potenzialmente avere molte più possibilità di sperimentare un “fallimento sicuro” e ripetere un esercizio o uno scenario che, nella formazione del mondo reale, è probabile che sia un evento irripetibile. Inoltre, non bisogna dimenticare che, se necessario, l’apprendimento online può essere combinato con una formazione aggiuntiva faccia a faccia per fornire un approccio misto, blended.

Ancora una volta, si tratta di abbinare gli strumenti giusti per progettare la forma di apprendimento più adatta e quindi:

  • strutturare percorsi di apprendimento basati sulla simulazione
  • puntare sui livelli, non sulle lezioni
  • adottare uno stile comunicativo colloquiale
  • guidare gli studenti verso gli strumenti

E proprio a proposito di strumenti, creare una formazione esperienziale online è realizzabile grazie soprattutto alla creatività e alla capacità di ripensare a oggetti e materiali didattici. Si pensi alla metodologia Lego Serious Play (LSP), che adopera i mattoncini per focalizzare un team su specifiche tematiche, coniugando gioco e riflessione, e quindi tipicamente adoperata in incontri fisici; sono stati già realizzati diversi incontri virtuali con grande successo e apprezzamento dei partecipanti.

Oppure la metodologia della metafora del teatro d’impresa, realizzabile assegnando i ruoli anche tramite una semplice videochiamata, insieme ad un formatore esperto che sappia dirigere l’attività live. Ancora, l’utilizzo di giochi online e/o fisici, così come di oggetti comunemente presenti in casa per strutturare simulazioni in grado di portare i partecipanti in un contesto altro, dal quale, in seguito alle attività definite, trarre gli insegnamenti necessari. Gli elementi “gioco”, “divertimento”, “engagement” rappresentano i capisaldi di una formazione esperienziale (anche digitale) efficace ed efficiente. Diamo sfogo alla fantasia e ricominciamo a divertici.

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