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Quando si parla di grafica all’interno dei videogiochi, si fa riferimento ad uno degli elementi fondamentali che, assieme al fattore audio, storia e gameplay, riesce a trasmettere emozioni, aumenta il realismo e ci facilita l’immersione all’interno del mondo di gioco.

Già con le prime macchine da gioco, e poi continuando negli anni, la questione “grafica” è sempre stata uno degli interessi centrali del mondo videoludico: dalle prime sprite bidimensionali fino ai primi giochi che hanno implementato il 3D, i giocatori hanno sempre prestato attenzione all’impatto visivo delle varie produzioni.

Il mondo dei videogiochi, in meno di sessant’anni, ha avuto uno sviluppo continuo per quanto riguarda la grafica riuscendo ad arrivare a livelli di dettaglio impressionanti, toccando sempre di più quella che è la realtà.

Alla nascita, la grafica videoludica era composta da semplici puntini, o meglio pixel, che messi assieme formavano un’immagine; il primo titolo videoludico, Spacewar!, usava dei puntini luminosi per simulare una battaglia nello spazio. Ma basta un decennio per iniziare a far vedere le prime immagini geometriche: negli stessi anni nascono i primi cabinati in cui è presente un processore che genera immagini in movimento che l’utente può comandare. Un’altra novità grafica importante arriva alla fine degli anni Settanta, quando la Taito, casa produttrice di Space Invaders, introduce i primi pixel colorati.

Con il passare degli anni escono numerosi titoli videoludici, ma la vera novità grafica arriva a metà degli anni Novanta, con le prime immagini tridimensionali, grazie all’unione di triangoli e poligoni di diverse dimensioni e posizioni. I primi giochi ad usare questa particolare tipologia di grafica furono Alone in the Dark e Star Fox, ma il vero successo del mondo 3D arrivò grazie ad altri videogiochi, primi fra tutti Tomb Rider e Final Fantasy che conquistarono il pubblico grazie a quegli effetti innovativi.

Al giorno d’oggi, la qualità della grafica tridimensionale all’interno dei videogiochi ha fatto passi da gigante, arrivando a toccare un livello di realtà inimmaginabile. Questa evoluzione è stata possibile sia grazie ai numerosi software che permettono la realizzazione dei vari modelli poligonali sia alle innovazioni tecnologiche, prima fra tutte la motion capture: questa tecnologia permette di catturare i movimenti, le espressioni e i dettagli grazie a dei sensori che vengono fatti indossare da veri attori rendendo sempre più fluidi i movimenti e abbassando il distacco che è presente tra videogiochi e vita reale. 

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