Lusso, esperienza fuori dall’ordinario ma anche innovazione e tecnologia. Da questo punto di vista Dubai, che possa piacere o no, si asta affermando sempre più come in centro nevralgico. L’ultima clamorosa novità arriva dal quartiere futuristico di City Walk, dove ha aperto Woohoo, il ristorante che si definisce “il primo al mondo guidato da un chef di intelligenza artificiale”. Un progetto che fonde gastronomia, tecnologia e spettacolo, trasformando la cena in un’esperienza multisensoriale che ha già fatto discutere.

Il cuore del progetto è Aiman, uno chef virtuale: non un robot fisico né un assistente di cucina, ma un algoritmo avanzato addestrato su un enorme patrimonio di ricette, tecniche culinarie, chimica alimentare e tradizioni gastronomiche globali.

Aiman non cucina con le proprie "mani", ma progetta i piatti combinando ingredienti, creando abbinamenti inusuali e suggerendo tecniche. A realizzare concretamente i piatti sono naturalmente chef umani, che seguono le indicazioni generate dall’AI. Una trovata pubblicitaria? Solo marketing? Le critiche dopo l’apertura non sono mancate. Gli chef tradizionali sottolineano come la cucina sia emozione, istinto, memoria, cultura, elementi difficili da replicare con un algoritmo. C’è chi vede l’intero progetto come una trovata di marketing, più orientata allo spettacolo che alla ricerca culinaria. D’altro canto, va sottolineato che questo esperimento dimostra che l’AI può essere utilizzata come strumento creativo, non solo gestionale e apre la porta a nuove forme di collaborazione tra chef e algoritmi. Woohoo non è solo un ristorante, ma un vero show multisensoriale.
L’AI controlla anche l’ambiente circostante dalle luci dinamiche che cambiano in base al piatto servito alla musica progettata per accompagnare la degustazione; dagli effetti visivi e ologrammi che raccontano la “storia” delle portate e piatti scenografici che sembrano usciti da un set cinematografico. In tal senso ha avuto già successo la “tartare di dinosauro”, ovviamente non fatta di carne estinta ma presentata come un gioco gastronomico, servita su un piatto che “pulsava” come un cuore. Un’idea che mostra chiaramente quanto Woohoo punti sulla spettacolarizzazione del cibo. Non mancano le proposte fusion nate dall’analisi di migliaia di ricette global e le combinazioni aromatiche inconsuete, testate e ottimizzate dall'AI, puntando ad offrire un’esperienza gastronomica che oscilla tra il tradizionale e il futuristico, pensando sia a chi cerca una cena “instagrammabile” sia a chi vuole sperimentare qualcosa di nuovo.

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