Nel mondo dell’IT e della digital education, non può certo passare inosservata l’ascesa dell’edu-tainment, ovvero quella modalità di apprendimento che combina contenuti educativi con elementi tipici dell’intrattenimento. Video brevi, micro-lezioni dinamiche, quiz gamificati, podcast narrativi e mini-serie divulgative stanno ridefinendo il modo in cui le competenze vengono trasmesse e assimilate.

Il successo di questo trend deriva dal fatto che c’è sempre meno abitudine, soprattutto tra i giovani, a restare concentrati ed attenti su contenuti lunghi, D’altronde, TikTok, Instagram Reels o YouTube Shorts stanno abituando e assuefacendo gli utenti a contenuti immediati, visivi, pensati per essere consumati in pochi secondi. L’apprendimento tradizionale, caratterizzato da lezioni lunghe e strutturate, fatica a competere con questo modello. Un altro fattore importante è quello del coinvolgimento emotivo assicurato da un video breve grazie ad uno storytelling ben strutturato, ad una musica appropriata, ad immagini d’impatto e a micro-sfide tipiche della gamification rendono il contenuto più attrattivo.

Nel mondo IT, questo approccio sta diventando particolarmente strategico. Le competenze tecniche cambiano rapidamente e la formazione, se troppo lunga o poco coinvolgente, rischia di perdere efficacia. Il vantaggio dei video brevi è rappresentato dal fatto che sono facilmente integrabili nella routine quotidiana, richiedono poco tempo, mantengono alta l’attenzione e sfruttano linguaggi ormai familiari anche al pubblico professionale. Non è un caso che università e centri di formazione stiano cominciando a distribuire sequenze di micro-contenuti pensati per essere completati in momenti “morti” della giornata, come l’attesa di una riunione o il tragitto in metro.

Il rovescio della medaglia è rappresentato dal rischio di superficialità: non tutti i concetti possono essere compressi in pochi secondi senza sacrificare la profondità e la completezza d’informazione. C’è anche il pericolo di abituare gli utenti a una formazione che deve per forza intrattenere, con il rischio di disincentivare la fruizione di contenuti che, pur importanti, non si prestano a un trattamento rapido o spettacolare. Inoltre, con contenuti brevi non sempre si riesce ad assicurare la giusta qualità per fornire una formazione che non sia frammentata o priva di una visione complessiva.

Nonostante queste evidenti problematicità, l’edu-tainment è una sfida interessante per tutti i creator e appare un fenomeno destinato a crescere. Sarà, però, necessario trovare un equilibrio tra creatività, rigore e tecnologia al fine di offrire un’esperienza di apprendimento più efficace, più accessibile e, soprattutto, più vicina alle persone che deve raggiungere.

 

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