21/08/2025
Fabio Setta
Estate 2050: cronaca dal futuro di un giorno al mare
Le cartoline, le cartine, le foto ricordo, i souvenir. Ci raccontano che una volta le vacanze estive erano così. Oggi, in questo agosto del 2050, sembra davvero incredibile e abbiamo deciso di provare a ricreare quell’esperienza. Così si è deciso di lasciare a casa i nostri visori che ci portano su spiagge fantastiche nel metaverso dove quotidianamente possiamo incontrarci e provare a vivere un’esperienza su una spiaggia vera. Arriviamo a uno dei classici lidi sul litorale dove troviamo un androide che ci chiede se vogliamo prendere ombrelloni e lettini. Accettata la proposta, paghiamo quanto dovuto tramite la scansione dell’iride. Raccontano di un tempo in cui esistevano dei soldi cartacei o addirittura delle monete, mentre quelli più “evoluti” pagavano con delle carte fisiche o addirittura con telefono e smartwatch. Davvero incredibile. Così scendiamo in spiaggia e ci sistemiamo sotto un ombrellone che ci chiede quanta ombra vogliamo e quanto sole abbiamo intenzione di prendere, avvisandoci in tempo reale della potenza dei raggi solari e della temperatura. Le creme solari? Si utilizzano Filtri U.V. a Induzione Olografica, che proiettano un'ombra virtuale sul nostro corpo. Programmato il tutto tramite comando vocale, iniziamo la nostra giornata di mare. La musica? Una volta, dicono, ci fosse addirittura un DJ che selezionava le canzoni, trasmesse tramite delle casse posizionate sulla sabbia. Ora con la nostra app possiamo sceglierci tramite algoritmo la nostra selezione, adattata in base all’umidità dell’aria, al nostro umore e al battito cardiaco. Lo spuntino? Una volta dicono ci fosse la classica anguria tagliata a spicchi o il cocco comprato dal venditore ambulante. Oggi c’è un drone che ci porta quanto vogliamo e ordinato oppure tramite una app di Food Design possiamo stamparci il nostro cibo in 3D. Non ha un gran sapore ma sicuramente è più comodo. Una volta c’erano i gavettoni? Ora con la realtà aumentata possiamo farli senza problemi e senza bagnare nessuno con una notifica push che ti avvisa di essere stato “colpito”. E le foto? Una volta sembra esistessero delle macchinette con dei rullini che poi degli addetti specializzati, chiamati fotografi, stampavano in diversi giorni. Preistoria. Così ci facciamo una foto perfetta: addio occhiali da sole storti, sudore sulla fronte e capelli arruffati dal vento. Ora l’AI corregge tutto: sorrisi bianchi, abbronzatura uniforme e sfondo con tramonto “più rosso del vero”. Anche le conversazioni da ombrellone sono cambiate: nessuno più che legge la Settimana Enigmistica o discute di calcio o addirittura fantacalcio. Ora chiediamo a ChatGPT di improvvisare una barzelletta, a un chatbot di parlare con il vicino di ombrellone, di fare tutto il “lavoro” sociale in modo da poter immergerci nella nostra tranquillità. I castelli sulla sabbia? Ecco l’app che te lo realizza in maniera perfetta mentre per i souvenir ecco gli NFT delle vacanze: unici, irripetibili e rigorosamente intangibili. La giornata di mare non può che chiudersi con il classico falò al tramonto. Trovare il legno, lottare col vento per accenderlo, l’odore forte ed acre? Quando mai. Ora il falò è un ologramma: bello, colorato, ecologico, condiviso su schermi che si attivano solo con un gesto della mano. Ci si può anche scattare selfie, rigorosamente filtrati da un’AI che ti fa sembrare abbronzato. Alla fine torniamo a casa, asciutti, rilassati, pensando che tutto sommato indossare un visore e andare a mare nel metaverso è sicuramente più divertente. Così salutiamo il nostro amico androide ma senza aver visto che lì a pochi passi c’è una distesa azzurra. Con tutti questi dispositivi, nessuno si è accorto che il mare è lì, a due passi. E continua a fare le onde, senza bisogno di aggiornamenti software.