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La sottile leggerezza dell’essere oscilla tra il “vorrei ma non posso” e il “nonostante tutto, lo farò”. Una premessa che è sinonimo di perseveranza e comfort zone, volente o nolente. Ogni giorno si affacciano sul nostro cammino sfide che biforcano nella concezione generale di un possibile precipizio o di una montagna da scalare: ma la bellezza del quotidiano, andando a scavare nel profondo del nostro animo, sta tutta nella concezione che attribuiamo alla morale che proprio queste sfide ci pongono.

È questa la nuova vision che mi ha fornito l’ultima esperienza da inviato per la Salerno Guiscards. Palcoscenici di questo nuovo impressionismo che ha scosso il mio animo sono state le palestre “Senatore” di Salerno e “Ugo Foscolo” di Lusciano. La trama era il quarto di finale del campionato di Sitting Volley tra i foxes e l’UP Medical Tech Volley, mentre i protagonisti erano gli atleti in campo. Più d’uno, in particolare, ha scosso il mio status di addetto ai lavori e alla cronaca della gara, regalandomi una sonora lezione nell’approccio alla filosofia di una vita che il più delle volte ci troviamo a bistrattare, senza un reale perché o percome. Loro, atleti segnati nel fisico ma non nello spirito, hanno gareggiato con odisseica volontà e apprezzatissimo valore: la dedizione al sacrificio ha il volto di uomini, ragazzi che hanno accettato il guanto di sfida e non si sono arresi. Quale lezione morale può infliggere maggiore pathos ad una visione più moderata del concreto?

Un altro insegnamento, l’ennesimo che mi trovo ad annotare e su cui spuntano riflessioni, una dopo l’altra. Sin da quando collaboro con la Salerno Guiscards, ho avuto modo di approcciare il mio ego ai valori fondanti che cullano l’essenza dello sport: partecipazione, solidarietà, sociale. Si, perché nulla più del movimento sportivo riesce ad azzerare confini e barriere, mettendo tutti sullo stesso piano. E questo è il caso del Sitting Volley, disciplina che fa da corredo ad un principio sottilissimamente semplice: siamo tutti uguali, seduti a terra.

E allora via, pronti a giocare e a mettere da parte qualsivoglia tipologia di freno. Si lotta, si fa punto, si protesta, ma – soprattutto – ci si rispetta. La doppia gara, che ha visto gli uomini della società cara al Presidente Pino D’Andrea cedere con dignità il passo ai più quotati avversari, lascia nella mente e nel cuore una cartolina dai contorni nitidi: dietro ad ogni ostacolo e delusione si nasconde un momento magico che si sceglie di vivere.

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