03/06/2025
Dario Guadagno
Innovare… step by STEP
Uno dei temi caldi del momento è quello delle tecnologie STEP, così definite per l’acronimo “Strategic Technologies for Europe Platform”, che, evidenzia come l’Unione Europea abbia addirittura definito una piattaforma per incentivare investimenti e ricerca in questo ambito.
Ma cosa si intende per tecnologie STEP? Il termine, più che indicare un concetto specifico, definisce un approccio strategico, mirante a favorire l’indipendenza europea da fornitori esteri. L’obiettivo ultimo è quello di rendere l’Unione più competitiva e resiliente verso l’impiego di tecnologie critiche e che, plausibilmente, diventeranno sempre più centrali nel contesto mondiale. Possiamo allora identificare tre macro-ambiti che racchiudono l’insieme delle STEP: Tecnologie digitali (microelettronica, cloud computing, intelligenza artificiale, cybersecurity, ecc.); Tecnologie pulite (energie rinnovabili, stoccaggio di elettricità e calore, combustibili rinnovabili di origine non biologica e combustibili alternativi sostenibili) e Biotecnologie (biomolecole, farmaci e tecnologie mediche, ecc.). Queste rappresentano, secondo l’Unione Europea, i punti cardine dei prossimi anni e, attraverso la piattaforma STEP, saranno convogliati incentivi e strumenti di accelerazione con cui spingere la ricerca e l’innovazione all’interno di aziende e altre organizzazioni europee.
Questo indirizzo, evidentemente, è stato recepito anche in Italia, dove si susseguono bandi e progetti centrati sullo sviluppo di soluzioni che adottano tali tecnologie. Poche settimane fa (14 maggio), il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha aperto lo sportello relativo al bando di finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo su Tecnologie critiche ed emergenti (STEP). A seguire c’è stata l’Emilia Romagna, cui seguirà a giugno la Regione Campania ed è plausibile che, a ruota, seguano altre regioni. I bandi europei sul tema, poi, non si contano nemmeno, a conferma di quanto sia sentito e inseguito questo obiettivo di ricerca di leadership dell’UE su queste tecnologie o, quantomeno, di affrancarsi dall’esigenza di forniture extra-europee. La strada è segnata ma è appena stata imboccata, le aziende che sapranno imboccarla con lungimiranza e spirito pionieristico potrebbero essere quelle che, in un futuro non così lontano, avranno le maggiori chance di competitività, non solo in ambito nazionale, ma a livello mondiale.