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Al giorno d’oggi, la grafica 3D ha preso un posto fisso nelle nostre vite diventando parte integrante in molte attività quotidiane. Il suo utilizzo viene applicato in molti ambiti, come ad esempio cinema, videogiochi, scienza, medicina, ecc.

A tal proposito, vengono in aiuto appositi software, denominati software 3D, che permettono di creare scene ed interazioni virtuali. Prima di addentrarci nelle possibilità date da questi software, di seguito viene proposto un breve excursus sulla nascita del 3D.

CENNI STORICI

Il “mondo” del 3D è relativamente giovane; basti pensare che il termine “Computer Grafica” trova le sue origini solo dal 1960. I suoi primi utilizzi avvengono in ambito militare grazie a William Fetter che, mediante la realizzazione del First Man conosciuto anche come Boeing Man e raffigurante in 3D un pilota d’aerei realizza e anima il primo modello tridimensionale della storia.

Successivamente, lo scienziato Edward Zajac realizza la prima animazione in 3D, dalla durata di 4 minuti e mostrante il comportamento dinamico di un satellite intorno al sole.

Anche nel mondo cinematografico si cercava di capire come usare le potenzialità della Computer grafica; il primo a sperimentarla fu Stanley Kubrick per realizzare la celebre sequenza dello Stargate nel film “2001: Odissea nello spazio” nel 1968.

LA SCENA 3D

Un’analisi approfondita di una scena 3D presuppone uno studio tecnico dettagliato di ogni sua parte. Dapprima, è necessario creare e modellare un oggetto, o modello, in 3D.

Esistono vari tipi di modellazione che possono essere racchiusi in due macro famiglie:

  • modellazione geometrica, usata per lo più per realizzare oggetti di natura artificiale (ad esempio: veicoli, interni ed esterni di strutture, armi, ecc.);
  • modellazione organica, usata per creare personaggi con sembianze umanoidi o animalesche.

Una volta completato il modello, si procede con l’applicazione delle texture, ovvero immagini bidimensionali applicate ad oggetti tridimensionali. Per poterle implementare e dare al modello l’aspetto desiderato, è necessario produrre la mappatura UV: in altre parole, si deve proiettare su un piano la versione bidimensionale del modello.

A queste fasi segue quella finale del lavoro: il rendering. Nel processo di rendering, bisogna aggiungere e settare al meglio tutti quei valori necessari per creare l’aspetto finale del modello e della scena.

É possibile arricchire il tutto con l’aggiunta di uno sfondo, l’inserimento delle luci o la modifica dei colori, mediante l’utilizzo di vari software.

L’impiego della grafica 3D diventa sempre più importante e promettente, così come aumenta la qualità dei modelli e delle scene. Wonderlab si sta difatti muovendo verso queste tendenze cavalcando le continue rivoluzioni in ambito informatico.

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