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Quando si guarda un oggetto in realtà si sta osservando un fronte d’onda tridimensionale. Quest’ultimo è il risultato delle particelle di luce che si scontrano con gli oggetti illuminati propagando onde nello spazio che giungendo agli occhi umani permettono di vedere. L’occhio umano osserva una piccola porzione di tale fronte d’onda, precisamente quella che sottende l’angolo solido che costituisce il campo visivo dell’occhio. Se l’osservatore si sposta, cambia la porzione di fronte d’onda osservata e appaiono parti dell’oggetto che prima risultavano nascoste.

Contrariamente alla fotografia, con le tecniche olografiche si riesce invece ad ottenere una registrazione completa della fase e dell’ampiezza del fronte d’onda-oggetto e si riesce quindi a costruire un duplicato del fronte d’onda originale, ottenendo un’immagine tridimensionale. L’olografia, o fotografia in 3D, è quindi una tecnologia ottica che produce rappresentazioni tridimensionali di un oggetto.

A differenza della normale pellicola fotografica, che ha un’immagine piatta sulla superficie dell’emulsione, l’ologramma non presenta nessuna immagine. Solo quando viene illuminato, appare un’immagine tridimensionale che sembra fluttuare davanti o al di là della pellicola. La pellicola deve avere le stesse dimensioni dell’oggetto riprodotto, o essere un po’ più grande, in quanto gli ologrammi solitamente mantengono le stesse dimensioni dell’oggetto originario. Inoltre, poiché deve riprodurre informazioni molto dettagliate, la pellicola deve avere una risoluzione molto elevata, solitamente 50 o più volte quella di una normale pellicola fotografica. Inoltre deve essere esposta lungamente ad una luce laser continua o una luce laser pulsata ad alta intensità.

Durante una convention tenutasi ad Hong kong sulle innovazioni tecnologiche una ragazza ha mostrato al pubblico un proiettore olografico con luci a Led in grado di far prendere vita a svariate immagini tridimensionali. Altri esempi di utilizzo di ologrammi sono stati registrati in circhi - come il Rocalli Circus, che ha cominciato nel 2018 a organizzare eventi sostituendo gli animali veri con loro ologrammi mantenendo lo spettacolo invariato e coinvolgendo di più il pubblico -, durante dei concerti, facendo “rivivere” cantanti deceduti, e in campo medico, per costruire modelli tridimensionali utili.

Negli ultimi anni è stato il campo della comunicazione visiva ad avere la meglio nei piani di marketing. Il potere delle immagini e la forza del messaggio visivo nel suscitare interesse e attrattiva nei clienti sono gli elementi di forza che hanno reso questo tipo di comunicazione un punto di riferimento per la promozione aziendale. Quando poi alla semplice immagine bidimensionale si aggiunge una terza dimensione, la strategia di comunicazione cambia e si fa vincente.

La forza comunicativa delle immagini è unica; il cervello viene infatti maggiormente coinvolto quando a parlare sono delle immagini. Per questo motivo una comunicazione che abbraccia l’olografia è una comunicazione efficace. Utilizzare ologrammi 3D e ologrammi personalizzati nel proprio progetto di comunicazione aziendale, significa scegliere l’originalità, la qualità e, non per ultimo, l’emozione.

Ologramma e comunicazione è un connubio che sta pian piano approdando anche in Italia, come domostra l'esperienza dell'azienda Quintetto, che da diversi anni lavora con l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR alla telepresenza olografica con un progetto che potrebbe rivoluzionare le modalità di videoconferenza: il sistema Q-Room. Come ha specificato Rachele Cunsolo, attraverso le immagini olografiche, si ha modo di avere una percezione visiva molto vicina alla presenza reale. Il modello di riferimento è quello di una stazione di erogazione di servizi a distanza, da utilizzare in una molteplicità di ambienti e situazioni relazionali: ad esempio nelle agenzie bancarie, nei centri commerciali, nelle scuole, nelle aziende sanitarie, e così via. Il sistema Q-Room permette all’utente di avere la percezione di colloquiare realmente con una persona fisica, mentre in realtà l’operatore si trova in un altro luogo e all’utente viene presentata la sua immagine reale; per l’utente la suggestione si realizza nel vedere l’operatore “teletrasportato” di fronte a lui, dall’altra parte di una scrivania. Questo permette un’interazione più umana, e quindi più rilassante e produttiva, tra l’operatore e l’utente, ed allo stesso tempo consente di utilizzare al meglio gli operatori addetti all’erogazione dei servizi, indipendentemente dalla loro collocazione geografica, ottimizzandone inoltre la disponibilità temporale. In questo modo è possibile disporre di personale esperto a seconda del servizio richiesto anche laddove non sia possibile, per motivi tecnico od organizzativi, avere a disposizione un numero rilevante di operatori.

 

L’olografia permette quindi di superare i limiti dello spazio e del tempo, di osservare un oggetto/una persona ad alta definizione, quasi da toccare ma che nella realtà non c’è, è solo virtuale e frutto dell’evoluzione della grafica 3D con nuove tecnologie in cui tutto è possibile se immaginabile. Pertanto può essere un modo completamente innovativo per fare Communication, Marketing, Edutainment & Entertainment, come hanno dimostrato Kit-Kat e BBC.

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