30/03/2021
Il digitale ci salverà?
Il mondo del mercato globale, stravolto e svilito dalle marcate restrizioni targate Covid, è stato costretto a sopperire all’anno più nero della storia contemporanea. A dodici mesi di distanza da quel marzo 2020, che tanto ha cambiato nel nostro modo di relazionarci con il prossimo e intendere la vita di tutti i giorni, si sono presentate nuove opportunità per quei settori che hanno volto il proprio orizzonte al futuro.
Tradotto a chiare lettere: è in atto una vera e propria rivoluzione virtuale, chiamata a dare opportunità e nuova linfa ad un mondo in forte repressione come quello commerciale. Si è trattato di un salto in avanti di sette-otto anni. Tutto concentrato nell’arco di dieci mesi in cui le aziende, grandi o piccole, si sono aggrappate al web per non affondare. Questo è quanto emerge dall’ultimo report stilato dal Sole24Ore.
Che le vendite online abbiano fatto la differenza lo si vede dai conti dei giganti del lusso mondiale: nel full year 2020, Kering ha registrato un +67,5% nelle vendite online, che sono arrivate a pesare per il 13% delle vendite totali; il gruppo Lvmh ha riportato una «accelerazione decisa» dell’e-commerce, che ha parzialmente compensato le chiusure dei negozi fisici. La crescita non ha riguardato solo i big del lusso: Inditex (Zara) ha messo a segno un +77% di vendite online nel full year 2020; H&M ha registrato un +38% su base annua, con un +50% nell’ultimo trimestre. Marketplace e piattaforme multimarca - come Farfetch (+49% del valore della merce venduta) e Zalando (+30,4%) - hanno registrato crescite ugualmente importanti.
Ma in che modo le aziende stanno usufruendo della tecnologia? Può ritenersi d’esempio la politica attuata da Gucci per il lancio delle sneaker virtuali lanciate (al costo di 12 dollari) e sviluppate dalla società bielorussa Wanna. L’intento, al di là della componente “giocosa”, che punta a coinvolgere una clientela giovane e social, è quello di sviluppare software ipersensibili tanto da rendere l’esperienza d’acquisto online della scarpa più veritiera e precisa possibile.
L’evoluzione digitale, ad ogni modo, non ha coinvolto solo la fase di vendita: il 2020 ha - per necessità, in primis - portato le aziende a cercare partner digitali per le vendite B2b e ha sancito il successo di player come la piattaforma californiana NuOrder - attraverso la quale comprano i principali department store mondiali - che mette in contatto circa 3mila brand con 500mila rivenditori e di recente, a fronte di un +125% del giro d’affari, ha ricevuto un finanziamento da 45 milioni di dollari da Brighton Park Capital e Imaginary Ventures. Non è tutto: la digitalizzazione ha coinvolto la fase creativa, con aziende del lusso che hanno affiancato alle tecniche tradizionali anche l’impiego di software che permettono la progettazione 3D.