Nelle campagne elettorali, i social media stanno assumendo un ruolo sempre più centrale. Più che semplici strumenti di comunicazione, diventano luoghi di costruzione dell’identità del candidato, mobilitazione del consenso, ma anche – non meno importante – veicoli di sfida alle narrative tradizionali e spesso anche come strumento per screditare il proprio avversario. New York è chiamata in queste ora al voto ed è davvero interessante vedere come i due principali sfidanti, il democratico Mamdani e il repubblicano Cuomo hanno provato a convincere i rispettivi elettori con l’utilizzo dei social network. La corsa al sindaco di New York è diventata un laboratorio avanzato di politica digitale: i social media hanno assunto un ruolo centrale nel costruire visibilità, mobilitare elettori, plasmare narrative e competere sui messaggi.

I social permettono al candidato di parlare “direttamente” al pubblico, senza passare solo per i media tradizionali. I politici possono ottenere un vantaggio grazie a Twitter/Facebook/Instagram, perché “abbassano il costo” dell’informazione elettorale. Per candidati emergenti senza l’ampio apparato tradizionale, i social creano opportunità: meno denaro necessariamente, più creatività. Attraverso i social, il candidato appare più “accessibile”, “umano”, e può costruire identità alternative rispetto alla comunicazione istituzionale.
Tuttavia, questo comporta anche nuovi rischi: echo chamber, disinformazione, personalizzazione estrema, difficoltà di controllo del messaggio. Oltre naturalmente problemi relativi alla trasparenza, alle fake news.

Mamdani ha vinto la primaria democratica con un notevole sostegno, in buona parte generato anche dall’attività digitale. Una analisi lo indica come esempio di “nuova playbook” digitale: «what the political establishment can learn from Mamdani’s use of digital platforms». La viralità dei contenuti (“meme”, video brevi, influencer) è parte integrante della strategia: un post con 17 milioni di visualizzazioni è citato per Mamdani. Questo significa che la mobilitazione non è solo fisica (porta-a-porta, comizi) ma digitale con seguaci, like, condivisioni, partecipazione online.

Il candidato Andrew Cuomo ha aperto collaborazioni con influencer di destra, già attivi in ambienti “MAGA” o vicini al mondo dei creatori di contenuti conservatori. Trump ha fatto dichiarazioni pubbliche dirette in merito alla corsa, schierandosi contro Mamdani e a favore di Cuomo, e minacciando di ridurre i fondi federali per la città se Mamdani vincesse, puntando anche sulle origini musulmane dell’avversario.

La campagna di Cuomo ha cercato di reclutare influencer conservatori e creatori digitali che tradizionalmente sostengono il mondo MAGA, al fine di aumentare la visibilità online su segmenti “di destra”.

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