OpenAI ha annunciato il lancio di una nuova piattaforma dedicata al recruiting, che promette di ridisegnare il modo in cui aziende e candidati si incontrano. La OpenAI Jobs Platform, presentata ufficialmente il 4 settembre 2025, punta a diventare un’alternativa — o forse una sfida diretta — a LinkedIn, il colosso del networking professionale di proprietà Microsoft, che è al tempo stesso uno dei principali investitori di OpenAI. Un bell'intreccio, non c'è che dire.

Se LinkedIn è la piazza digitale del lavoro, la versione di OpenAI vuole essere qualcosa di più. Non solo annunci e CV, ma un sistema che analizza competenze, progetti e certificazioni, per proporre match sempre più accurati. In pratica: meno spam di offerte irrilevanti, più opportunità su misura.

L'obiettivo non è semplicemente mettere in contatto aziende e candidati, ma farlo in modo intelligente e mirato. La piattaforma sfrutterà la potenza dell'AI per abbinare i candidati alle offerte di lavoro in base a un'analisi profonda delle loro competenze, progetti e certificazioni.

Uno dei pezzi forti è l’integrazione con OpenAI Academy. Qui i candidati potranno ottenere certificazioni ufficiali sulle competenze AI — dal prompt engineering alle automazioni più avanzate — e mostrarle direttamente nel proprio profilo. L’obiettivo dichiarato è enorme: 10 milioni di americani certificati entro il 2030. Un modo per dire alle aziende: “Questa persona non solo sa usare l’AI, ma lo ha dimostrato con un percorso certificato”. Bisognerà poi, in futuro, valutare se le aziende valuteranno credibili o meno tali certificazioni.

Il lancio della piattaforma è previsto per la metà del 2026, ma già oggi la mossa di OpenAI accende il dibattito: l’intelligenza artificiale non è più soltanto un tema tecnologico, ma un attore diretto nel plasmare le dinamiche sociali ed economiche.

Se avrà successo, la Jobs Platform potrebbe aprire una nuova stagione per il mercato del lavoro: più veloce, più mirato, ma anche più dipendente dalle decisioni di un algoritmo. Una rivoluzione che pone grandi opportunità, ma anche interrogativi urgenti su equità e trasparenza.

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