Che si tratti di una nuova tecnologia, di una lingua straniera o di un’abilità avanzata, rimanere competitivi spesso significa imparare cose nuove. Essere uno studente o un professionista veloce può dare una marcia in più nella vita e nel lavoro. Le neuroscienze dimostrano che ci sono molte tecniche per imparare e conservare qualcosa più velocemente e in questo vengono in supporto le innovative metodologie realizzate in materia che puntano principalmente sulla parte creativa del cervello, non coinvolta nei normali processi di apprendimento, che gestisce oltre il 90% delle nostre azioni. Questi nuovi strumenti fungono in qualche modo da collante tra i due emisferi permettendo di creare nuove connessioni, che ottimizzeranno al massimo le risorse innate.

Mentre l’e-learning ha fatto dei considerevoli passi in avanti ben oltre ciò che circa 10 anni fa era considerato meglio in modalità frontale, ora gli attori della formazione incontrano la domanda di contenuti per l’apprendimento immersivi e coinvolgenti. Considerando che la capacità media di attenzione di un impiegato è circa di 20 minuti, si percepisce fortemente l’esigenza di materiale didattico altamente coinvolgente.

Tuttavia, persistono ancora casi in cui questa “ricca” tipologia di formazione è utilizzata semplicemente come strumento per certificare ai superiori il completamento dell’apprendimento dei dipendenti. In questi casi ciò che spesso tende ad accadere è che il discente rimane lì soltanto per procedere passivamente verso il prossimo corso, svolgendo quello che potremmo definire “il gioco del bottone ‘Vai avanti’”, piuttosto che prendersi il proprio tempo per assorbire i contenuti del corso che ha completato.

Tra i vari strumenti per superare questa situazione, il Neurolearning permette di spostarsi al livello successivo, nel quale il discente ha la possibilità di comprendere appieno ogni corso e apprendere di conseguenza.

COS'È IL NEUROLEARNING?

Il Neurolearning è concepibile come un’armoniosa fusione della psicologia cognitiva e la teoria dell’apprendimento adulto, costruita sui fondamenti della moderna User Experience (UX).

Nasce dall’intuizione di utilizzare le neuroscienze per migliorare le tecniche di apprendimento, quindi dall’utilizzo delle conoscenze che già possediamo sul funzionamento del cervello per applicarle a nuove tecniche di apprendimento che influiscono sui meccanismi cerebrali. Così questa forma di apprendimento non riguarda solo il fornire informazioni e permetterne l’assorbimento, ma è più incentrata sul comprendere come l’apprendimento modifichi come il cervello del discente risponde e impatta nella sua formazione.

Alcuni dati:

  • il 90% delle informazioni è trasmessa al cervello tramite le immagini (intese nel senso più ampio del termine);
  • le immagini sono processate dal cervello molto più velocemente dei testi (60.000X);
  • sono presenti oltre 86 miliardi di neuroni nel cervello, di cui 300 milioni inattivi. Il neurolearning aiuta ad attivarli.

Utilizzando il Neurolearning, è possibile andare più a fondo nella comprensione di ogni data materia e permette al discente di creare connessioni più forti nella loro mente tra l’argomento e la sua applicazione. Studi hanno mostrato che gli impiegati possono dimenticare fino al 90% dei contenuti appresi entro una settimana dal completamento del corso, ecco perché il Neurolearning punta proprio a ridurre tale percentuale.

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CAMBIAMENTI GENERATI DAL NEUROLEARNING

Andiamo ora ad analizzare i principali punti di cambiamento posti in essere dal Neurolearning.

  • Apprendimento su misura (Tailored Learning) – Ogni discente dovrebbe avere un corso formativo ben definito. Non tutti i dipendenti/studenti devono apprendere le stesse cose, piuttosto è importante strutturare l’apprendimento su misura per ogni persona. La parte del cervello che prende le decisioni è concentrata su sé stessa, si prende cura solo del “suo”. È egoista.
  • Apprendimento immersivo e coinvolgente (Immersive and Engaging Learning) – Ogni corso dovrebbe non solo permettere al discente di partecipare, ma piuttosto fare in modo che il suo cervello reagisca e sia proattivo nello spazio di apprendimento. È alquanto risaputo che un’alta percentuale delle informazioni trasmesse al cervello è visiva, ecco perché è importante veicolare contenuti visivi appetibili e interessanti. Come abbiamo evidenziato, le immagini (intese nel senso più ampio del termine) sono processate dal cervello 60.000 volte più velocemente rispetto a del testo. Se il cervello non viene adeguatamente coinvolto, allora l’apprendimento è nullo.
  • Apprendimento emotivo (Emotion Learning) – Antonio Damasio, neuroscienziato e neurobiologo statunitense, ha detto “non pensiamo che le macchine sentano; piuttosto sentiamo le macchine che pensano”. In ogni percorso formativo è necessario avere una componente emotiva al fine di innescare una forma di azione/decisione/insegnamento nei discenti. La neuroscienza ha dimostrato chiaramente che quelli che potremmo definire i “cocktail emozionali” creano delle reazioni chimiche che impattano direttamente sul modo in cui si memorizza e si agisce.
  • Imparare secondo i loro tempi (Learn at their own pace) – Attraverso il micro-learning (brevi pillole formative) l’apprendimento avrà più tempo per assorbire ogni corso e contenuto. Gli studenti saranno anche in grado di imparare secondo il proprio ritmo, il che ha molti meriti, dalla produttività all’auto-responsabilizzazione.
  • Dirlo al momento giusto (Say it at the right time) – Il regista George Lukas ha detto “Il segreto per un buon film è un inizio d’impatto, un finale d’impatto e… non rovinarlo nel mezzo”. Il cervello primitivo (la parte del cervello deputata alle decisioni) è sveglia all’inizio di ogni interazione e alla fine ma dimentica molto di ciò che è nel mezzo. Posizionare la maggior parte dei contenuti all’inizio è un dovere e ripeterli al termine è un obbligo. È importante tenere a mente che tutto ciò che viene detto nel mezzo del percorso formativo sarà perlopiù trascurato e/o dimenticato.
  • Valutazione prima e dopo (Pre and post assessments) – Sebbene le valutazioni post formazione sono applicate da molto tempo, le valutazioni preliminari non lo sono state molto, quando invece comportano una serie di benefici operativi. Ad esempio, se un dipendente sa già molto su un dato argomento, è inutile che ripeta la formazione in merito. La valutazione preliminare delle conoscenze e capacità degli studenti permetterà due risultati principali:
    • far risparmiare tempo al dipendente e quindi denaro all’azienda;
    • incentivare il dipendente, che non si disconnetterà dalla formazione perché è già a conoscenza degli argomenti. Infatti, mantenendo la formazione su elementi che devono ancora essere appresi, è possibile coinvolgere il loro cervello solo sui punti pertinenti.

Attualmente le aziende spendono circa 160 miliardi di dollari all’anno per l’Apprendimento e lo Sviluppo (Learning&Development), con risultati sulla ritenzione delle informazioni apprese estremamente bassi, come abbiamo potuto osservare prima. Ecco perché strategie formative di neurolearning apporterebbero benefici in termini di creazione di un livello di engagement più altoapprendimento profondo dei materiali didatticirichiamo e recupero rapido delle informazioni apprese.

Ne consegue che per sviluppare strategie di apprendimento ottimali è importante:

  • utilizzare uno stile comunicativo arguto e informale favorisce la creazione di un mood positivo;
  • utilizzare dati coerenti aiuta il cervello a connettere le nuove informazioni apprese con le conoscenze pregresse e a sviluppare un pensiero riflessivo prima del momento Ah-Ha (o Eureka!);
  • pratica il richiamo rapido attraverso quiz, scenari reali e giochi, poiché opera sul recupero attivo delle informazioni.

Come è possibile applicare il neurolearning? Attraverso l’Onboarding (nuovi impiegati), lo sviluppo di talenti, l’attuazione del Corporate Learning, formando i team del settore vendite. Per il futuro si prevede che più organizzazioni realizzeranno le capacità di apprendimento dei dipendenti formati tramite strategie basate sul neurolearning. Tuttavia solo il 42% delle aziende crede che i nuovi dipendenti assunti siano adeguatamente istruiti e formati prima di giungere a loro (il che pone buone prospettive che ricercheranno soluzioni adeguate). In fine, dato positivo, anche l’Hi-Tech ha abbracciato il neurolearning con, attualmente, circa 111 strartup in ambito di neuroscienze.

In conclusione, potremmo definire il Neurolearning semplicemente come il passo successivo nell’e-learning. È un’area complessa e, si sa, lo studio della mente non sarà mai definitivamente completo, tuttavia sta fornendo enormi informazioni e progressi sulla direzione verso la quale si sta dirigendo la formazione online.

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