ZBrush: diventare scultori nel mondo digitale
ZBrush, come già anticipato nell’articolo dedicato alla scultura digitale, è stato il software che ha dato il via alla modellazione organica di oggetti e soggetti umani o meno.
ZBrush viene rilasciato nel 1999 dalla società Pixologic e nasce come strumento per la scultura, atto a realizzare modelli tridimensionali con un alto livello di dettagli grazie alla possibilità di poter utilizzare milioni di poligoni.
Il workflow basilare per la produzione di oggetti 3D con questo software si fonda su di un insieme di pennelli (brush) che simulano i vari strumenti utilizzati nella scultura e, oltre a quelli standard già presenti nel programma, possono essere creati dei nuovi da qualsiasi utente.
I pennelli riproducono fedelmente la sensazione dei vari strumenti per scolpire e, in base alla pressione che si applica sullo strumento con cui si lavora - di solito una tavoletta grafica - avranno un determinato effetto. Sono numerosi i pennelli che troviamo di default all’interno di ZBrush e ognuno, come detto prima, applica una modifica diversa alla mesh: alcuni, come il Clay, servono per aumentare o diminuire la massa dell’oggetto, altri invece servono per creare effetti particolari come solchi, graffi, ammaccature o anche simulare i pori della pelle umana.
Dal lontano 1999 ad oggi, la Pixologic ha inserito numerosi strumenti e funzioni per rendere il workflow più scorrevole e il programma sempre di più user friendly.
Tra gli strumenti più utili di ZBrush, troviamo sicuramente le ZSphere: sfere che possono essere unite tra di loro per iniziare a dare forma al proprio oggetto. Le ZSphere non possono essere scolpite ma possono essere modificate solo in lunghezza e spessore; tuttavia, decisa la forma con cui si vuole partire a creare la propria mesh, sarà necessario solo premere il bottone Make Adaptive Skin all’interno del menu Adaptive Skin per trasformare le sfere in un oggetto tridimensionale pronto per essere modellato e scolpito a nostro piacimento.
Un ulteriore strumento molto utile per scolpire è la funzione Dynamesh: questa particolare funzione permette di avere una geometria sempre pulita, qualsiasi sia l’intensità poligonale con cui si lavora. La Dynamesh è utile soprattutto all’inizio della modellazione poiché, non avendo limiti, si possono dare forme e volumi di qualsiasi genere.
ZBrush permette anche di pitturare direttamente il proprio modello tramite una funzione chiamata PolyPaint, che consente di dipingere ogni singolo vertice dell’oggetto tridimensionale anche se privo di mappe UV. Inoltre, il software presenta anche un motore di rendering personale, tramite il quale è possibile creare immagini 2D e 3D della propria scultura, sia quando finito che in corso d’opera.
Unica nota negativa di ZBrush è quella di essere un software a pagamento, ma Pixologic propone una versione gratuita: ZBrushCoreMini! CoreMini ha pochi strumenti di default però è ottimo per chi vuole iniziare a studiare il mondo della scultura digitale o per chi vuole studiare il programma senza comprarne la licenza.