Il Metaverso non è un nome nuovo, ma è salito alla ribalta con l’annuncio di Facebook, che ha deciso di denominare “Meta” la holding del Gruppo (che controlla le piattaforme Facebook, Whatsapp, Instagram e gli Oculos) e di avviare un progetto con questo nome, progetto di cui si sa ancora poco. Pochi giorni dopo, Microsoft ha annunciato che dal 2022 integrerà il Metaverso nella piattaforma Teams con una funzionalità chiamata Mash: gli utenti potranno creare un avatar con cui partecipare alle riunioni di lavoro. A questi annunci delle big tech ne sono seguiti diversi altri. Tra questi la creazione del Metaverse Standards Forum, un luogo nel quale le principali organizzazioni attive in questo campo collaboreranno “per promuovere la standardizzazione pragmatica e tempestiva che sarà essenziale per un Metaverso aperto e inclusivo”; ne faranno parte Meta, Adobe, Microsoft, Huawei, Nvidia, Epic Games, World Wide Web Consortium (W3C), Qualcomm, Sony Interactive Entertainment e una trentina di altre realtà tra aziende e organizzazioni di diverso tipo. All’appello manca Apple. 

 

Il metaverso è un universo digitale frutto di molteplici elementi tecnologici tra cui video, realtà virtuale e realtà aumentata. Nel metaverso, gli utenti accedono tramite visori 3d e vivono delle esperienze virtuali: possono creare degli avatar realistici, incontrare altri utenti, creare oggetti o proprietà virtuali, andare a concerti, conferenze, viaggiare e altro. Si sviluppa nel digitale, la sua materia è composta dai dati e dalle informazioni, in stretta correlazione con l’universo dell’oggettivo, la sua struttura è spazio-temporale, la stessa dell’universo fisico. È una struttura composta da lunghezza, larghezza, profondità e tempo: il cyberspazio, sostanzialmente un universo creato e alimentato dalle reti globali di comunicazione. È tempo di experience, tutti vogliono “sentire”, “fare esperienza diretta”, anche digitalmente: dunque i tempi sono maturi per un salto ulteriore appunto nella terra degli avatar – Avaterra. Quello del Metaverso è un ulteriore passo sulla strada dell’emancipazione digitale ed ha un senso solo all’interno di una visione globale e composita della complessità odierna: essere correttamente formati per usare al 100% delle sue potenzialità un documento Excel è altrettanto importante quanto saper gestire una costruzione in una piattaforma di Virtual Reality – VR. 

 

La realtà virtuale è l’ambiente media nativo del Metaverso. La scelta della virtualità deriva dalla convergenza di due grandi modelli della computer science: l’ubiquitous computing, dove l’informatica è fatta per apparire sempre e ovunque con lo sviluppo di dispositivi mobili, sempre più leggeri e potenti, indossabili e il cloud computing che permette l’accesso ai dati e la loro conservazione praticamente infinita. Questa convergenza ha permesso la trasportabilità in rete di ambienti grafici che simulano lo spazio, la prospettiva e le luci sviluppati dalla computer graphic più facile ed economica, condivisibile e in tempo reale. Le porte del Metaverso sono accessibili a chiunque fosse interessato. Infatti, per entrare nel Metaverso non sono richieste competenze speciali nel campo informatico. Solo alcuni strumenti sono necessari per accedere al Metaverso:

  • un computer che può essere sostituito da uno smartphone
  • una connessione internet per poter interagire con il mondo del web
  • un account su una delle piattaforme del mondo virtuale Metaverso
  • per rendere l’esperienza più immersiva è possibile utilizzare anche i visori di realtà aumentata.

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